Salve lettori, in questo lunedì di metà maggio che, guardando il cielo, ricorda uno di novembre, sono qui per parlarvi di un “recuperone”, un bellissimo romanzo che giaceva da tempo nella mia libreria, che mi ha inaspettatamente chiamata. Mi riferisco a “Il miniaturista” di Jessie Burton (Bompiani).

Amsterdam, autunno 1686. Petronella (Nella) Oortman bussa alla porta della casa nella quale è pronta a trasferirsi. È una giovane donna della campagna che ha accettato di sposare Johannes Brandt, un ricco mercante, molto più anziano di lei. L’uomo, subito dopo le nozze, è partito per uno dei suoi viaggi di affari e ora ad accoglierla sulla soglia della nuova casa è Marin, sua cognata, assieme alla domestica Cornelia e al servitore Otto. Non appena Nella muove i primi passi nella nuova casa, si rende subito conto che l’atmosfera che aleggia tra le sue pareti è strana, quasi sinistra. Suo marito non dimostra alcun affetto nei suoi confronti e sua cognata sembra volerle tenere qualcosa nascosto. Quando Johannes le regala uno stipetto all’interno del quale è racchiusa la miniatura della loro casa, lo stupore di Nella è enorme. È giunto il momento che lei trovi qualcuno che realizzi, in miniatura, tutti i pezzi di arredamento. Ad Amesterdam c’è un solo miniaturista, una figura misteriosa, enigmatica, sempre irraggiungibile, che sembra volerle rivelare pezzo dopo pezzo, creazione dopo creazione, tutti i misteri di casa Brandt.
“L’amore è meglio quando è un fantasma che quando è reale, è meglio rincorrerlo che trovarlo.”
“Il miniaturista” è, sicuramente, un’opera dal forte potere evocativo, che riesce a rimanere sempre costante dall’inizio alla fine della narrazione. Nel momento in cui si apre il libro e si legge il primo rigo, ci si rende subito conto che quel testo è qualcosa di stupefacente, è come se ci si infilasse in un vicolo e si fosse costretti a percorrerlo tutto per arrivare alla via di uscita.
A catalizzare l’attenzione del lettore è, indubbiamente, Nella, la protagonista. Si tratta di una giovane donna di appena diciotto anni che ha dovuto lasciare il suo paesello di campagna e la sua famiglia per sposare un ricco mercante. Nella, pur essendo, per certi versi, timorosa e “bambina”, è consapevole del suo appartenere al sesso femminile, per lei conta sposare un uomo ricco, avere soldi a sufficienza e far nascere dei figli sani. Questi sono i suoi compiti, sua madre glieli ha efficacemente illustrati, e lei ora è pronta a far compiere il suo destino. Dinanzi al turbamento e al disorientamento della protagonista, si rimane allibiti con lei. Nessuno (neppure il lettore) si sarebbe mai aspettato tutto quello che le sarà riservato. Nella più volte sembra cedere allo sconforto, ma non demorde, capisce ben presto in quale situazione si è cacciata e cerca di occupare un ruolo, di sfoderare una determinazione che non crede di possedere, di prendere in mano la situazione. È questo suo atteggiamento a stupire positivamente, il suo è un personaggio in continua evoluzione.
Il vero elemento che rende questo romanzo alquanto particolare è l’atmosfera che si respira. È evidente sin da subito l’alone di mistero che ruota attorno alla famiglia Brandt e a tutti gli eventi che si verificano (sono davvero tanti e a raccontarli si rischierebbe di fare spoiler). La figura del misterioso miniaturista, a suo modo, enfatizza tale mistero.
Il romanzo è suddiviso in cinque parti. Lo stile della prosa è semplice, fluido e curato con ottime ricostruzioni storiche. Si instaura una continua sfida con il lettore, il quale non può che arrendersi e leggere avidamente pagina dopo pagina per arrivare, saturo di curiosità, al finale.
Un romanzo ben costruito e originale. Un ottimo mistery thriller a sfondo storico.
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Grazie per la lettura, alla prossima 🙂