Salve lettori, quest’oggi il blog ha il piacere di ospitare il review party di un romanzo che unisce alla componente rosa la passione per i viaggi e per la fotografia. Mi riferisco a “Un tè con biscotti a Tokyo” di Julie Caplin (Newton Compton editori). Ringrazio la casa editrice per avermi inviato una copia ebook.
Fiona è una blogger di viaggi. Grazie al suo sito ha avuto la possibilità di vincere un soggiorno in Giappone per poterne così scoprire le meraviglie. Quando atterra a Tokyo non sta più nella pelle, tuttavia la sua manifestazione di entusiasmo è interrotta bruscamente dall’arrivo di Gabe, l’uomo che le ha spezzato il cuore dieci anni prima. Sarà proprio lui, infatti, a doverle fare da mentore portandola alla scoperta della città. Fiona decide di fingere di non conoscerlo, dopotutto è passato tanto tempo, e si getta a capofitto nella cultura nipponica fino a quando, giorno dopo giorno, il loro rapporto inizia a subire dei cambiamenti.

“Non voleva essere innamorata, né affascinata o ammaliata dal dannato Gabe Burnett. Era fuori dalla sua portata. Era troppo sofisticato. Troppo annoiato dalla vita. Troppo cinico. Troppo arrogante. Troppo dannatamente talentuoso. Troppo dannatamente bello. Troppo tutto. Ma era troppo tardi, qualunque cosa le stesse dicendo la testa, quello stupido organo che doveva occuparsi di pompare sangue nel suo corpo aveva altri piani.”
L’elemento focale su cui si fonda il romanzo è, indubbiamente, la cultura nipponica. Del Giappone sappiamo molto, soprattutto per quanto riguarda il settore tecnologico e quello gastronomico, tuttavia ci sono alcuni aspetti della vita quotidiana che si ignorano.
Fiona, figlia della società occidentale, entra in contatto con un mondo completamente diverso dal suo, verso il quale si pone con grande curiosità e rispetto. Ospitata presso una famiglia del luogo, dove la componente femminile è molto forte, la giovane scopre quanto i legami familiari siano importanti per creare un rapporto di reciproca fiducia e complicità. Le tre donne principali (nonna, madre e nipote) pur appartenendo a fasce d’età diverse con problematiche e modi di pensare differenti, riescono a trovare un punto di contatto ed è proprio questo a colpire piacevolmente Fiona.
Una menzione a parte merita il rapporto con Gabe, un personaggio che personalmente ho trovato piuttosto enigmatico e freddo. Sicuramente scostante, entra ed esce dalla scena narrativa, mantenendosi ora distante dall’azione poi quasi in punta di piedi imprime la sua presenza. I due non fanno altro che nascondersi, l’uomo dietro il ruolo che ricopre e la donna dietro una forma di timidezza e confusione, issando delle barriere destinate a cedere.
Come già detto, l’ambientazione è davvero curata nei dettagli. L’autrice illustra usi e costumi del popolo nipponico, presenta luoghi da visitare e tradizioni tipiche (come il passeggiare tra le distese di ciliegi in fiore). Anche la tradizione culinaria viene accuratamente illustrata attraverso la presentazione di piatti tipici e il celebre rituale del tè.
Lo stile della prosa è semplice e fluido, leggermente lento, a mio parere, appare il ritmo narrativo tanto che in alcuni momenti il lettore tende a perdersi e ad annoiarsi.
Un romanzo di viaggi e seconde possibilità. Una lettura nel complesso piacevole che permette di evadere in un momento storico-sociale nel quale non è possibile spostarsi e scoprire nuove culture.
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Un tè con biscotti a TokyoGrazie per la lettura, alla prossima 🙂