RECENSIONE DI… “LA CENTENARIA CON LA PISTOLA” DI BENOÎT PHILIPPON


Salve lettori, in questo primo sabato di primavera sono qui per parlarvi di un romanzo che dalla quarta di copertina aveva suscitato il mio interesse ma che, purtroppo, non è riuscito a soddisfare le mie aspettative. Mi riferisco a “La centenaria con la pistola” di Benoît Philippon (Ponte alle Grazie). Ringrazio la casa editrice per avermi spedito una copia.

Berthe Gavignol ha centodue anni e una pistola al seguito sin da quando era giovanissima. Viene arrestata dopo che ha sparato contro il vicino di casa e i due poliziotti sopraggiunti. Portata in commissariato, dinanzi all’ispettore André Ventura, con il piglio irriverente che la contraddistingue, racconterà la sua storia. La cinque volte vedova Berthe ha veramente tanto da narrare, la sua è una vera e propria carriera criminale di tutto rispetto, perché lei, l’indipendenza dagli uomini se l’è conquistata a colpi di grilletto.

“Berthe, nell’oscurità della cucina, si diverte come non le capitava più da un quarto di secolo, pregando che il suo pacemaker regga fino al termine di questa follia.”

Fulcro dell’intera narrazione è l’arzilla ultra centenaria Berthe, una donna che di sé ha veramente tanto da raccontare, una che non è mai stata ferma e che sicuramente la lunga vita che le è stata donata, a suo modo, ha saputo godersela.

Berthe attira da subito l’attenzione del lettore per il suo essere schietta e determinata. Non ha paura di dire quello che pensa, la sua irriverenza solletica l’attenzione dell’ispettore Ventura, il quale non può non rimanere macabramente affascinato dal racconto delle sue gesta.

L’anziana donna sa che ormai il suo tempo è compiuto e che è arrivato il momento di svelare tutti i segreti che si porta dietro da sempre, ben sepolti nella sua cantina. È consapevole di essere un soggetto pericoloso, ma ne è fiera, è certa di aver agito nel giusto, il suo è un femminismo nero.

Il romanzo è strutturato come una lunga chiacchierata tra passato e presente, dove è Berthe a tenerne saldamente le redini attraverso le sue continue rivelazioni. Se in un primo momento il lettore quasi empatizza con lei, dispiacendosi anche per quello che ha dovuto subire, successivamente perde interesse. A mio parere i racconti di Berthe divengono troppo ridondanti e, fondamentalmente, sempre uguali, dove il focus si pone sulle esperienze sessuali della protagonista, avvenente e disinibita sin dalla più giovane età. A livello di trama in sé non accade praticamente nulla, fatta eccezione per l’inizio e la conclusione del romanzo.

Lo stile pur essendo semplice e discorsivo, a mio parere, non catalizza l’attenzione del lettore, che si disperde man mano pagina dopo pagina.

Un romanzo con un’ottima e originale idea di fondo, che, purtroppo, non riesce, secondo me, a esprimere appieno quell’umorismo amaro di cui è intriso.

2stelle

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La centenaria con la pistola

 

Grazie per la lettura, alla prossima 🙂

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