RECENSIONE DI… “DIDONE, PER ESEMPIO: NUOVE STORIE DAL PASSATO” DI MARIANGELA GALATEA VAGLIO


Salve lettori, eccoci giunti già a metà settimana. Questa mattina nuvolosa sono qui per parlarvi di un’opera incentrata su argomenti di mio interesse, ma che non ha soddisfatto le mie aspettative. Mi riferisco a “Didone, per esempio: nuove storie dal passato” di Mariangela Galatea Vaglio (Castelvecchi editore).

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I personaggi che nel corso della nostra vita abbiamo imparato a conoscere tra le pagine dei libri di scuola vengono qui presentati nella loro connotazione reale. Non sono solo personaggi fini a se stessi, circondati da un’aurea di gloria, lontani anni luce da noi, ma persone dotate di pregi e difetti. Scopo dell’opera è proprio rendere tali personaggi creature umane, attuali e in cui potersi eventualmente riconoscere.

“L’antichità non è noiosa. Ma proprio per niente. Le avete mai lette le storie e le vite di quei personaggi antichi? No? E allora vi siete persi qualcosa di bello. E per bello intendo bello bello, nel senso di interessante, divertente, appassionante, drammatico, curioso, e se si vengono in mente altri aggettivi, aggiungeteli pure.”

Era da un po’ che desideravo leggere questo libro il cui titolo mi ha profondamente attratta. Avevo riposto grandi aspettative in questo volume, ma, ahimè, man mano che la lettura procedeva, un senso di delusione si faceva via via largo in me.

L’opera è divisa in tre parti: nella prima l’autrice si focalizza sui personaggi mitologici protagonisti dei poemi omerici; nella seconda sui personaggi che hanno ricoperto un ruolo di rilievo nella Grecia antica e nella terza su quelli di Roma.

I personaggi vengono presentati al lettore attraverso un ritratto che unisce la descrizione delle vicende per le quali sono ricordati ai tratti tipici dei caratteri che avrebbero influenzato tali vicende, il tutto con un’impronta stilistica ironica e “attuale”.

Se nella prima parte tale ironia è profondamente evidente tanto che il lettore non riesce a trattenere sorrisi divertiti, nella seconda e terza tale ironia sembra scomparsa. Sono consapevole, ovviamente, del fatto che l’autrice stia parlando di personaggi di un certo spessore, realmente esistiti, ma si ha la sensazione di trovarsi dinanzi all’ennesimo manuale di storia. Lo stesso ritmo lento, cadenzato, dove il racconto delle gesta occupa il fulcro della narrazione non può non ricordare i cari libri scolastici.

La profonda discordanza ritmica tra la prima e le restanti sezioni del volume, incide profondamente sul coinvolgimento emotivo del lettore, il quale sono all’inizio riesce a cogliere pienamente lo spirito dell’opera.

Un volume dall’effetto nostalgia che fa ritornare idealmente tra i banchi di scuola, a quegli anni nei quali gli adolescenti sognavano di essere imperatori.

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Grazie della lettura, alla prossima 🙂

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